Giornata dei Diritti Umani

Riflessioni della Dirigente e dei Rappresentanti degli Studenti in occasione della Giornata dei Diritti Umani

diritti umani

Dott.ssa Miriam Avila - Dirigente Scolastico ITET "L. Einaudi"

Care Ragazze e ragazzi,
oggi celebriamo la Giornata dei Diritti Umani. Non è una ricorrenza formale. È un promemoria, quasi un richiamo, che ci ricorda una verità semplice: la pace non è un “premio”, è un diritto. Ed è un diritto che va difeso, praticato e costruito ogni giorno.
Quando parliamo di pace non stiamo parlando solo dell’assenza di guerre. La pace è molto di più. È la possibilità di vivere senza paura, di muoversi senza sentirsi giudicati, di crescere senza essere schiacciati, di pensare senza essere zittiti. È riuscire a stare insieme — diversi — senza che questa diversità diventi motivo di esclusione o violenza.
La pace non è un’idea astratta. È concreta. È fatta di gesti, parole, scelte quotidiane. È il modo in cui affrontiamo un conflitto tra compagni. È il modo in cui reagiamo quando qualcuno viene deriso, isolato, aggredito. È il modo in cui ci rivolgiamo a chi non la pensa come noi. La pace è la capacità di rallentare
un attimo e dire: “Posso capire meglio. Posso ascoltare. Posso non ferire.”
Viviamo in un mondo in cui i conflitti reali sono sotto gli occhi di tutti. Guerre, tensioni sociali, odio online.
E allora la domanda è inevitabile: cosa possiamo fare noi? Cosa potete fare voi?
La risposta è meno romantica e più pratica di quanto sembri. Possiamo fare moltissimo, anzi dobbiamo fare moltissimo!
Potete esercitare un diritto fondamentale: pensare con la vostra testa. In un’epoca in cui tutto corre veloce, dove l’informazione è spesso distorta e i toni sono sempre estremi, la scelta più rivoluzionaria che potete fare è ragionare. Verificare. Non farvi usare. Non lasciarvi trascinare da chi semplifica, urla o incita allo scontro.
Potete esercitare un altro diritto: la parola. Le vostre parole hanno peso. Possono ferire o possono proteggere. Possono creare distanza o possono creare ponti. Potete scegliere ogni giorno di parlare in modo che gli altri si sentano visti, non colpiti.
Potete allenare un terzo diritto: la responsabilità. La pace non cresce se tutti aspettano che sia qualcun altro a fare il primo passo. Cresce quando qualcuno decide di essere credibile, coerente, capace di fermarsi un attimo prima di scivolare nell’odio.
E infine, potete difendere un diritto che spesso si dà per scontato: la dignità. La vostra e quella degli altri. Perché senza dignità — senza riconoscere valore alla persona che ho davanti, chiunque essa sia — non esiste pace.
La scuola esiste anche per questo: per insegnarvi a stare nel mondo senza distruggerlo. Per darvi gli strumenti per capire, scegliere, discutere senza annientarvi. Per fare in modo che un domani, quando toccherà a voi guidare comunità, aziende, istituzioni, famiglie, il mondo sia un po’ più equilibrato di quello che avete trovato.

Non aspettatevi miracoli: la pace non arriva da sola. Ma nasce esattamente qui, adesso. In come vi ascoltate. In come collaborate. In come guardate chi è diverso da voi. In come scegliete ogni giorno di essere persone affidabili, non persone che cercano un pretesto per ferire. 
Care Ragazze e ragazzi, la pace è un diritto. Ma è anche un dovere. E inizia da voi, o meglio da noi!
Buona festa della Pace.

Grazie.
Il Dirigente Scolastico
Miriam Avila


Mario Dogaru - Rappresentante di Consulta - Colore Bianco

“Invito ora i rappresentanti di classe e la 4P a formare il simbolo della pace.
Prego a tutti di alzare brevemente i cartelli.
In questa occasione abbiamo scelto il bianco perché il bianco contiene tutti i colori:
rappresenta l’unione delle nostre differenze, ed é proprio quest’unione ad essere la
reale forza dei diritti umani.
Il bianco è luce, e la luce non sceglie: si diffonde per tutti, tra tutti, come i diritti che
ogni persona dovrebbe avere, ovunque nel Mondo, qualsiasi sia la sua origine.
Il bianco é il colore universale della pace, ma é anche quello della responsabilità: ci
ricorda che ognuno di noi ha il compito di proteggere la dignità dell’altro.
In fondo, proprio per questo oggi siamo qui, insieme, a ricordare che i diritti umani
non sono un privilegio, ma una promessa da mantenere, e soprattutto una
prerogativa, una prerogativa da riconoscere.
Così il bianco é la nostra guida instancabile, nel conflitto, nella pace, nell’anarchia.
Un vero portatore di pura luce.
Vi ringrazio. Potete abbassare i cartelli.”
Cordiali Saluti,
I Rappresentanti di Istituto e di Consulta


Martín Puppo Hohberg - Rappresentante d’Istituto - Colore Giallo
“E ora, ragazzi delle prime, alziamo in alto il giallo;
Il giallo è il colore che più di tutti richiama la luce che illumina, che chiarisce, che
rende visibile ciò che prima era nascosto.
Il giallo è il colore della conoscenza: è la luce che attraversa l’oscurità dell’ignoranza
e ci permette di capire il mondo, è il colore che rappresenta il diritto allo studio, alla
verità, all’informazione, diritti fondamentali senza i quali nessuna società può
crescere davvero libera.
Il giallo è anche il colore della curiosità: ci invita a fare domande, a non accontentarci
della prima risposta, a cercare sempre ciò che è giusto. Perché solo chi conosce può
scegliere, può difendersi, può partecipare davvero alla vita della comunità.
Ed è proprio questa libertà di pensare, di sapere, di imparare che rende ogni
persona capace di costruire il proprio futuro.
Il giallo è poi il colore dell’attenzione e della responsabilità: ci ricorda che
l’informazione è un diritto, ma anche un dovere. Dobbiamo usarla per contrastare le
bugie, per proteggere chi non ha voce, per riconoscere la dignità di tutti attraverso la
verità.
Nelle scuole, nelle famiglie, nella società: ogni luogo diventa più giusto quando si
accende la luce della conoscenza.
Per questo, oggi, alzando il nostro foglio giallo, affermiamo che ogni ragazza e ogni
ragazzo, ovunque, ha diritto a un’istruzione libera, sicura e accessibile, a una
conoscenza che non può essere negata o manipolata.
Senza questo diritto, gli altri diritti umani perdono forza; con questo diritto, diventano
possibili.
Il giallo è la promessa di un domani più chiaro, più consapevole, più umano.
Una piccola luce che, insieme, può diventare un sole.”


Leonardo Michele Greco - Rappresentante di Consulta - Colore azzurro
“Chiedo ora alle classi seconde di alzare i loro cartellini azzurri e, tutti insieme, di
alzare gli occhi verso il cielo azzurro sopra di noi.
L’azzurro non è solo un colore: è libertà. Libertà di pensare senza paura, di parlare
senza censure, di muoversi senza catene, e di informarsi senza inganni. Sono i diritti
civili che rendono possibili tutti gli altri diritti umani, perché senza libertà la vita perde
spessore.
Ogni parola che pronunciamo, ogni scelta che compiamo, ogni passo che facciamo
dovrebbe essere protetto dall’azzurro: dal diritto umano alla libertà — una libertà di
espressione, di religione, di partecipazione alla vita pubblica, e molto altro.
Questa enorme tela azzurra sopra di noi ci ricorda che questi diritti non sono
privilegi, ma strumenti concreti per vivere dignitosamente, costruire società giuste e
difendere chi non ha voce.
Oggi, alzando i nostri cartellini azzurri, riaffermiamo che proteggere la libertà di uno
significa proteggere la libertà di tutti, e che ogni diritto umano nasce dalla possibilità
di essere liberi.”


Malak Elfeky - Rappresentante d’Istituto - Colore Rosso
“Oggi, in questa Giornata dei Diritti Umani, io ho scelto il rosso, e vorrei spiegarvi
perché.
Il rosso è il colore che più di tutti richiama ciò che ci rende uguali: il cuore che batte
dentro ognuno di noi. È il colore della vita, della dignità, della sicurezza, dei diritti
fondamentali senza i quali nessuna libertà può esistere davvero.
Il rosso è anche il colore del coraggio. Il coraggio di chi, ogni giorno, difende i diritti
degli altri; il coraggio di chi non si volta dall’altra parte; il coraggio di chi alza la voce
quando qualcuno viene escluso, discriminato o ferito. Scegliere il rosso significa
ricordare a me stesso — e a tutti noi — che i diritti umani hanno bisogno di persone
coraggiose, pronte a proteggerli.
Ma il rosso è anche passione: la passione per la giustizia, per il rispetto, per l’idea
che ogni persona meriti di vivere senza paura e senza violenze. È la passione che ci
spinge a costruire una scuola e una società in cui nessuno venga lasciato indietro.
Per me, quindi, il rosso non è solo un colore: è un impegno. È la promessa di non
restare indifferenti, di riconoscere il valore di ogni vita umana e di fare la nostra parte
per difendere chi non ha voce.
Oggi, mostrando il mio cartellino rosso, voglio ricordare che proteggere la dignità di
una persona significa proteggere la dignità di tutti, e che i diritti umani non sono
parole astratte, ma il fondamento di una convivenza giusta e umana.”


Lorenzo Miotti - Rappresentante d’Istituto - Colore Verde
“Oggi, in questa Giornata dei Diritti Umani, io ho scelto il verde.
Il verde è il colore della speranza, della crescita e della dignità che appartiene a ogni
persona. Ci ricorda che i diritti umani sono ciò che permette a ciascuno di noi di
vivere con sicurezza, rispetto e libertà.
Il verde è anche il colore della cura: la cura verso chi è più fragile, verso chi subisce
ingiustizie, verso chi ha bisogno che qualcuno lo protegga. Sceglierlo significa
impegnarsi a non chiudere gli occhi davanti alle discriminazioni.
Per me, quindi, il verde è una promessa: la promessa di costruire una comunità dove
nessuno venga lasciato indietro e dove i diritti di una persona siano difesi da tutti.
Oggi, con il mio cartellino verde, ricordo che i diritti umani non sono un simbolo, ma
un dovere che condividiamo ogni giorno.”


Christine Bubacco - Rappresentante d’Istituto - Colore Rosa
“Ed ora, cari compagni, alzate in alto il rosa;
Con la sua delicatezza, è un colore che evoca emozioni profonde e storie di lotta. È
il simbolo di speranze e resistenze, una rappresentazione di battaglie che hanno
attraversato generazioni. Pensiamo al movimento delle suffragette, dove il rosa
rappresentava il coraggio di donne che hanno sfidato le convenzioni, lottando per il
riconoscimento dei loro diritti e per la parità.
Questo colore non è solo un simbolo di bellezza, ma anche di dolore e speranza. È il
colore di chi ha affrontato l’ingiustizia, come le attiviste per i diritti civili, di chi ha
perso e di chi continua a lottare. Il rosa ci invita a unirci, a sostenere le voci
silenziate e a costruire un futuro in cui tutti possano essere visti e rispettati.
È un richiamo all’umanità e ai diritti, un amore che trascende le differenze. Ci ricorda
che la lotta per la dignità e l’equità è una battaglia collettiva, come evidenziato nelle
campagne per la parità di genere e nei movimenti contro la violenza domestica. In
questo senso, il rosa diventa un simbolo potente di un cambiamento necessario e
urgente.”

Allegati

Discorso Dirigente Scolastico per la pace

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Discorso Rappresentanti Studenti per la pace

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